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Catania: i volti e l'atmosfera della pescheria
di Dario Lo Presti

Uno dei luoghi più caratteristici e simbolici di Catania è la pescheria, meglio nota dai catanesi come “a piscaria”. Un luogo pittoresco in cui si respira l’odore del mare, la fatica del pescare e l’orgoglio del pesce appena pescato. Un mondo che è l’espressione diretta di una cultura popolare, in cui si manifestano in tutta la loro autenticità gli usi e i costumi di una comunità. 

In questo luogo intriso di storia e tradizioni, sembra che il tempo non si sia fatto contaminare dalla tecnologia e dalla modernità, e che la gente che ci lavora da sempre non abbia mai perso l’antica arte del mercanteggiare, lasciataci in eredità dagli arabi. Una volta entrati nel mercato verrete inghiottiti da un vortice fatto di colori, odori, sapori, ma soprattutto da una ventata di folclore siciliano, dato proprio dalla particolarità del luogo e dai catanesi che ci lavorano.

Tra i protagonisti di questo mercato ci sono i pescivendoli. Questi rappresentano la storia della pescheria, del mare e dei suoi pericoli, le fatiche ed anche una forza e una dignità da cui trarre insegnamento. I pescivendoli cominciano a lavorare già della prime luci dell'alba, quando iniziano a disporre la loro pregiata mercanzia sopra le "balate" di marmo o i banchi di legno; i più apprezzati posseggono anche dei tendoni rossi, per ripararsi dal sole o dalle intemperie. Si rimane affascinati osservando i loro volti solcati dalle rughe, i loro modi di dire, i loro gesti, i loro sguardi e il suono delle loro voci che urlano “accattativillu u pisci friscu”. Sin da subito il mercato comincia a brulicare di clienti, soprattutto di donne, che da brave massaie cercano il miglior pesce al miglior prezzo. Tutto intorno è invece un susseguirsi di antichi palazzi e muri neri costruiti con la tipica pietra lavica. Le bancarelle sono sparse ovunque e c’è un’incessante andirivieni di persone che entrano ed escono da tutte le direzioni. Si tratta per lo più di gente del luogo che si confonde con i turisti che arrivano per assistere a questo spettacolo tipico del sud. L’antico mercato del pesce rappresenta una vera e propria attrazione turistica per il contenuto di folclore che si respira tra i banconi. In pescheria non sono tutte rose e fiori. Infatti bisogna sapersi avvicinare ai pescivendoli che esigono rispetto per i loro spazi mentre lavorano. Si può assistere a dei diverbi tra loro e i clienti che per qualche motivo non sono soddisfatti del pesce acquistato. Girovagando per il mercato si può ammirare un’incredibile varietà di pesce esposta sui banchi. E’ un vero e proprio tripudio di colori, odori e forme. Un mestiere duro quelle del pescivendolo, fatto di sacrifici fisici in cui bisogna sporcarsi le mani. Un mondo in cui c’è anche “cu talia e cu è taliatu”. Uno dei rituali più frequenti esplorando il mercato è la pulizia del pesce, che viene poi sistemato sulle cassette ed esposto agli acquirenti. In pescheria molti sono i ragazzi, per lo più giovanissimi, che lavorano in condizioni disagiate e in molti casi non vengono nemmeno pagati.

 

La mattinata trascorsa in pescheria è giunta quasi al termine. I pescivendoli iniziano a smontare e pulire per bene i loro banconi. Prima di andar via c’è  il tempo di scambiare due chiacchere con un anziano pescatore, con la promessa di ritornare.

 

Scarica l'inserto fotografico dal titolo "Catania. I mille volti della pescheria" (.pdf)

Link con l'articolo sul sito de "I Siciliani giovani": www.isiciliani.it/catania-i-mille-volti-della-pescheria/#.X_Q3b-lKj64

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