Catania. Il lato nascosto della città
Volti e storie del quartiere Civita
di Dario Lo Presti
D'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che da a una tua domanda.
Italo Calvino, Le città Invisibili, 1972
Una città è fatta di molte piccole e grandi realtà. Alcune sono visibili un po’ a tutti, altre invece sono più nascoste e richiedono una certa dose di curiosità e spirito d’avventura per essere scoperte. Una di queste è l’antico borgo della Civita. Un quartiere vivo ed accogliente, capace di raccontare molte cose, in cui sembra che il tempo si sia fermato. Quì la gente che ci vive sorprende per la sua semplicità e schiettezza.
Fra i vicoli, i cortili e le case terrane, è possibile vedersi passare un’umanità sociale con i suoi gesti quotidiani, le sue voci, i suoi volti e colori. Ci sono famiglie intere che vivono in palazzine e appartamenti a poca distanza l’una dall’altra, e si riuniscono fuori dalla porticina di casa discutendo del più e del meno. Perlustrando i vari vicoli non si può fare a meno di notare l’architettura spontanea e non dei palazzi antichi, cosi come i pochi artigiani ancora presenti con le loro botteghe e i cortiletti abitati da pescatori intenti a riparare le loro reti. I bambini e le bambine giocano spensierati nella piazzetta principale o lungo le vie del quartiere, ovunque è visibile la biancheria a ridosso delle stradine. Camminando per le vie si sente “un ciauru“ pazzesco, una signora sta cucinando della carne appena fuori dalla porta di casa.
Un microcosmo fatto di consuetudini che ci restituiscono la percezione di un tempo e uno stile di vita che, pur tra molte difficoltà, ancora oggi esiste e resiste. Ciò che conta è lo spirito di aggregazione e la spontaneità dei rapporti umani.